Le colonne di San Lorenzo , situate di fronte alla basilica di San Lorenzo in corso di Porta Ticinese n. 39, rappresentano uno dei rari reperti romani di Milano, assieme ai pochi resti dell'anfiteatro, del teatro, delle terme " erculee " del circo e di poche altre tracce della Milano imperiale .
Si tratta di sedici colonne in marmo con capitelli corinzi che sostengono la trabeazione che fu di un edificio romano risalente al III secolo, probabilmente delle grandi terme volute dall'imperatore Massimiano. Le colonne vennero trasportate nell'attuale locazione nel IV secolo a completare la nascente basilica di San Lorenzo. Appoggiati alla basilica vi sono altri corpi, tra cui notevole è la cappella di sant'Aquilino con mosaici di età romana.
Le colonne rivestono un significato affettivo per alcuni milanesi in quanto testimonianza visibile dell´ antica Mediolanum , che ha resistito alla furia distruttiva dei Goti, del Barbarossa, dei bombardamenti dell´ultima guerra mondiale e anche alla furia ricostruttrice dei suoi cittadini.
Fino al 1935 lo spazio tra la chiesa e le colonne era interamente occupato da vecchi edifici popolari, a ridosso della facciata stessa della basilica, che di fatto era interamente circondato da vecchie case.
Nonostante i progetti per salvare questo angolo cittadino estremamente pittoresco, il piano di rinnovazione decise di aprire la piazza demolendo le strutture fatiscenti, liberando la chiesa frontalmente.
Il bombardamento della città nel 1944 e nel 1945 rese inagibili anche molte case sul retro, e nel dopoguerra si decise di lasciare libera l'area allestendo un parco, che prese il nome di Parco delle Basiliche grazie alla presenza di San Lorenzo da un lato, e dell'importantissima basilica di Sant'Eustorgio dall'altro.
Nell'attuale parco vi era una depressione con dell´acqua, e forse vi era anche un porto. L'area era chiamata " via della Vetra " forse dal nome dei conciatori di pelli (" vetraschi "), forse da " Vectra ", canale trasportatore delle acque a Sud di Milano, alimentate da Nord attraverso i fiumi Seveso e Nirone. In ogni caso si trattava di acque maleodoranti. Il luogo divenne poi un´area dove si tenevano supplizi, impiccagioni e esecuzioni capitali.
A ricordarlo un monumento settecentesco in sostituzione della croce precedente. Ora si chiama " piazza Vetra ".